Ogni personaggio sarà caratterizzato in modo da esplorare diverse tematiche: il potere e le sue dure decisioni, il peso delle scelte, il conflitto tra il dovere e la moralità, lo scontro tra ambizioni personali e quelle del Regno.
Le personalità coinvolte nel gioco della diplomazia e delle decisioni politiche dovranno destreggiarsi tra le rivalità e gli intrighi, tra le alleanze temporanee e i complotti segreti, tra gli sguardi scrutatori e le conversazioni cariche di sottintesi.
Competizione, arrivismo, servilismo, scaltrezza, fede e sacrificio, per prendere infine le terribili scelte necessarie a poter finalmente vincere la Guerra.
Il primo atto, pur essendo geograficamente lontano dai luoghi del conflitto, sarà carico di tensione e di drammaticità.
Questi personaggi saranno divisi in peculiari Famiglie condite di genuina umanità, affinché si crei una netta dissonanza tra un atto e l’altro dell’evento.
Senso della comunità, individualismo, razzismo, precarietà, differenze culturali e di genere e molte altre saranno le sfumature con le quali verranno dipinti gli abitanti di Vallechiara.
Il secondo atto porta avanti le tensioni che la guerra ha generato, destabilizzando tutta la Contea fino alle sue fondamenta. Ogni cosa verrà messa in discussione dalla semplicità di una vita rurale e alle relazioni tra le famiglie del villaggio.
La selezione dei personaggi per Danza Macabra avverrà mediante la pubblicazione di concise descrizioni dei ruoli disponibili. Queste brevi introduzioni forniranno uno sguardo sui ruoli che costituiranno l’intreccio di questo LARP.
Quasi tutti i personaggi non hanno indicazioni di genere, e potranno essere giocati con qualunque espressione di genere: vogliamo prenderci un pò di licenza letteraria a portare in gioco anche una Ministra della Guerra od un Infermiere da Campo. Fanno eccezione solo i personaggi della Famiglia Reale, per cui sarà presente una indicazione dell’espressione di genere con cui andranno giocati.
I personaggi saranno assegnati in due diverse tornate: prima i Potenti, poi i Popolani. Cercheremo di accontentare il più possibile le preferenze espresse dai giocatori, tenendo conto che: (1) gli iscritti che rientrano tra i primi 15 saranno leggermente più favoriti (2) chi dovesse essere stato particolarmente sfortunato nell’assegnazione del Potente, verrà leggermente favorito nel Popolano.
Ecco un esempio di teaser di entrambi i gruppi.
Nelle sale del Potere del Regno di Ausonia, i personaggi saranno divisi in Ministeri a cui sono stati assegnati. Ognuno di questi è stato investito di adeguati poteri affinché si trovino le soluzioni necessarie per spingere il Regno verso la decisiva vittoria finale della Guerra.
L’offensiva di Primavera è ormai alle porte e il regno, con le sue menti più acute, è chiamato a prendere le decisioni più audaci per conquistare la grandezza che il paese merita.
In quest’ora di grave necessità, il Ministero della Guerra si confronta con una sfida senza precedenti: la scarsità dei giovani pronti a rispondere alla chiamata, a unirsi alle fila di coloro che con coraggio difendono la nostra terra. Il bisogno di nuove leve, di animi ardenti e corpi vigorosi, mai è stato così impellente.
Non sarà semplice trovare le soluzioni che potranno fare la differenza tra la vittoria e la disfatta: ogni editto promulgato avrà certamente ripercussioni gravi sugli abitanti di Ausonia, ma non vi saranno passi indietro. La guerra è guerra e l’ora delle decisioni irrevocabili è ormai giunta!
Il Ministero della Giustizia si erge inflessibile, come baluardo di equità e di legge in un regno segnato dalla guerra. Mentre le armi decidono il destino delle nazioni sul campo di battaglia, è nelle aule del potere che ci si confronta, per l’anima e l’identità di Ausonia.
Con l’offensiva di Primavera alle porte, la Giustizia, in tutta la sua autorità, è chiamata ad affrontare dilemmi cruciali. Tra questi, spicca la questione delicata e divisiva di come trattare i cittadini che condividono l’etnia con il nemico. In un tempo in cui la diffidenza e il sospetto si insinuano tra le pieghe della società, trovare un equilibrio tra sicurezza nazionale e diritti umani si rivela un compito arduo e carico di conseguenze.
Ogni decisione, ogni provvedimento, ogni sentenza sarà valutata non solo dagli occhi dei cittadini, ma dalla storia stessa. Questo è il tempo delle scelte coraggiose, delle risoluzioni che definiranno il carattere di un intero popolo. Un percorso giuridico in bilico tra l’essere giusto e l’essere necessario, tra proteggere il regno e preservare i suoi valori fondamentali.
Rammentando che: “la giustizia, senza la forza, sarebbe una parola priva di significato”.
“Il lavoro nobilita l’uomo” è la scritta che campeggia sul palazzo del Ministero dell’Economia e del Lavoro nella Capitale. C’è chi combatte e muore sul campo di battaglia e chi si impegna duramente nel cuore pulsante delle fabbriche e delle industrie di Ausonia. Con l’avvicinarsi dell’offensiva di Primavera, la tensione nelle linee produttive raggiunge livelli critici. Gli scioperi nelle fabbriche minacciano di paralizzare lo sforzo bellico, gettando una nazione già provata da anni di conflitto in un’ulteriore spirale di incertezza. Il calo della produzione e il malcontento degli operai non sono solo una questione di carattere economico, ma un problema rilevante per la sicurezza e l’indipendenza di Ausonia. Di fronte a questo scenario, il Ministero dell’Economia e del Lavoro è chiamato a prendere decisioni di portata storica, a bilanciare con mano ferma le imprescindibili esigenze di una nazione con i diritti e le aspirazioni dei suoi lavoratori. Ascoltare e accogliere le richieste della classe operaia o reprimere con forza manifestazioni e picchetti? Per vincere una guerra ci vogliono risorse e il nemico non attenderà quieto che terminino le trattative con i sindacati. Bisogna agire e farlo con determinazione. E chi può farlo meglio delle illuminate figure che dirigono il ministero?
In un’epoca in cui la fiamma del patriottismo rischia di essere soffocata dal vento gelido della guerra protratta, il Ministero della Propaganda emerge con voce indefettibile, a rianimare lo spirito di una nazione affaticata.
Con l’avanzare dell’offensiva di Primavera, il Ministero si trova di fronte a una sfida monumentale: smascherare gli oppositori che, con le loro voci disfattiste, minano dall’interno la coesione e la determinazione del popolo; e infondere determinazione nel cuore di ogni cittadino, ricordando loro la nobiltà del sacrificio e l’importanza del loro contributo, sia esso sul campo di battaglia o nel silenzioso lavoro quotidiano.
La guerra non si combatte solo con le armi, ma anche con le parole, con le immagini, con i simboli che possono accendere il fuoco dell’ardore. Attraverso strategie comunicative incisive, campagne motivazionali e un’incessante opera di “verità” il Ministero della Propaganda dovrà contribuire ad una narrazione il cui fine ultimo dovrà essere di riscrivere la storia presente per assicurare un futuro glorioso.
“Ogni vita salvata è una vittoria contro il nemico, ogni ferito guarito è un eroe che torna a combattere per la nostra libertà.”
In un tempo di conflitto incessante, dove la guerra scava profonde ferite non solo nei corpi ma anche nell’anima della nazione, il Ministero della Sanità si trova davanti a decisioni di gravità inaudita. Gli ospedali di Ausonia, sovraccarichi e spinti oltre i limiti della loro capacità, sono teatro di una battaglia silenziosa e disperata, dove il prezzo della sopravvivenza si misura in scelte dolorose e rinunce strazianti.
Di fronte alla tragica realtà di risorse limitate e bisogni smisurati, il Ministero sarà costretto a compiere scelte che nessun uomo di buon cuore vorrebbe affrontare. Non tutti potranno ricevere le cure necessarie, qualcuno dovrà essere lasciato alle spalle. E’ la crudele logica della guerra che pone un fardello insostenibile sulle spalle di medici e infermieri, chiamati a giocare il ruolo di arbitri della vita e della morte.
In un tempo di conflitto e divisione, dove il fragore delle armi minaccia di soffocare la voce della speranza, il Ministero della Fede ha l’arduo compito di conservare l’unità spirituale di Ausonia.
Con l’offensiva di Primavera all’orizzonte, il Ministero affronta una sfida complessa: l’opposizione crescente di alcuni prelati alla guerra, che, attraverso prediche appassionate nei piccoli villaggi e nelle grandi città, semina dubbi e incertezza tra i fedeli. Voci, che rischiano di erodere l’altrimenti perfetta armonia nazionale e di indebolire quella volontà di vittoria di cui il regno necessita.
Essere una guida spirituale, significa comprendere che il buon pastore ha il dovere di salvaguardare il gregge e riportare all’ovile quelle pecore che si avventurano su sentieri distanti e pericolosi. E in tempi di lupi feroci è bene farlo rapidamente e con determinazione.
Il Papa ha parlato: “Siamo chiamati, fratelli e sorelle di questa terra gloriosa, a unire le nostre voci in un coro che risuona oltre le valli e le montagne, portando un chiaro messaggio: In questo tempo di prove, non ci limiteremo a resistere; ci eleveremo più uniti e determinati, pronti a testimoniare con la nostra fede che lo spirito forte non conosce cedimenti”.
“Dalla terra alla tavola, dalla fonte al focolare, la vita di una nazione fluisce attraverso le sue vene di grano e di acciaio.”
Con la pressante necessità di recuperare e massimizzare ogni risorsa disponibile, il Ministero dell’Agricoltura e delle Infrastrutture si trova di fronte a una sfida senza precedenti: implementare misure straordinarie, adottando tassazioni mirate e sistemi di regolamentazione che incentivino la massima produzione e la ripartizione delle risorse disponibili.
La gestione oculata e la redistribuzione dei beni diventano gli strumenti primari per sostenere l’impegno bellico e garantire continuità nello sforzo di tutti i cittadini. Alcune decisioni potranno non essere popolari o percepite come ingiuste, ma la via dovrà essere tracciata e non ammetterà ripensamenti.
Ogni seme che germoglia, ogni pietra che viene posata, è un passo deciso verso la vittoria di Ausonia.
Nel paesino di Vallechiara la famiglia è il nucleo sociale su cui si poggia la comunità. Il secondo atto sarà animato da sette diverse famiglie, ognuna con la sua anima e le sue peculiarità.
Come fare a riconoscere un Calligrafo quando lo incontri ?Le mani sono sempre sporche di inchiostro, la bocca sempre piena di parole e la testa sempre vuota! Gente laboriosa, che non ha paura delle fatica – nè di dire ciò che le frulla in testa.
Ma stai attento, se rivolgi al loro orecchio una confessione, un segreto, una indecenza. Sì, certamente, il capo si muove greve, nella promessa di mantenere il segreto – ma chissà come mai, quella confidenza finisce sempre e puntualmente stampata il giorno successivo!
Perchè di questo potrai aver sempre certezza: “qualsiasi cosa succeda, un Calligrafo la racconterà”. Fidati, è impossibile fargli tenere la bocca chiusa.. Sì, ho sentito le voci che dalla Capitale gli abbiano intimato di non raccontare proprio tutto, tutto… eehh… cosa vuoi… il Re ha mezzi che la gente semplice come noi non possiede
Che poi, non è che stiano passando un momento molto felice. Molti di loro sono già al fronte, qualcuno si sta preparando per andarci, qualcun altro non tornerà proprio… E vuoi sapere un’altra cosa? Alcuni si son votati ai Santi e han preso la tonaca! Vai a capire cosa passa nella testa dei Calligrafo… Ah, già… Di sicuro, lo scopriremo domani sul loro libello!
Vuoi sapere dei Chiossa di Vallechiara ? Beh allora dovrai pagarmi un altro bicchiere di rosso. Sì perché mi serve coraggio per raccontarti ciò che vuoi sentire.
L’ho visto sai? Il figlio più grande. E’ arrivato ciondolando. La divisa logora, con chiazze vermiglio scuro e stivali incrostati di fango. Aveva intorno un’aura di gelo nero. Quando è arrivato a casa, si è disteso sul letto, senza nemmeno spogliarsi
Qualche giorno fa è tornato il cugino. Un colpo di cannone gli ha maciullato le carni. I medici, siano ringraziati i Santi, sono riusciti a ricucirlo, ma non tornerà mai quello di prima. I suoi nervi, le sue ossa e le sue carni, sono tenute insieme con lo sputo. La notte grida.
E si… servirebbero medici e medicine per entrambi. Ma la Guerra ha preteso il suo prezzo e i dottori e i medicamenti non bastano per tutti. Il Ministero della Sanità ha sancito che vi siano casi più difficili, cittadini più meritevoli, dei due sventurati Chiossa.
E così, quella povera famiglia, che campa sulle braccia dei propri membri, si ritrova con due bocche in più da sfamare, incapaci di lavorare e che rischiano di far affogare tutti.
Come se non bastasse, è arrivata un’altra cartolina precetto. Presto un altro maschio adulto dovrà andare al fronte. Come sopravviverà chi resterà a casa? Come potranno mettere insieme il pranzo con la cena? …. Come? Come faccio a saperlo? Perché su quella cartolina c’è il mio nome. Passami altro vino.
Mio caro amico, lungi da me essere una malalingua… ma segui il mio consiglio, non fidarti dei De Angeli! A mio parere non la raccontano giusta: tutti casa e chiesa, pii e devoti, ma sotto sotto qualcosa non torna. Sospettosi e diffidenti, sembrano sempre pensare il peggio di chiunque incontrino, quasi siano convinti che il mondo complotti contro di loro.
Non importa che si discuta di religione, politica, o sia una banale chiacchiera da bar, puoi star certo che un De Angeli si intrometterà sempre per condividere le sue opinioni non richieste: squadrandoti dall’alto verso il basso ti rammeterà delle tue lacune e mancanze, ricordandoti quanto sia migliore il suo punto di vista rispetto al tuo.
Nemmeno questo brutto periodo che stanno passando sembra aver smorzato la loro tracotanza: dopo che alcuni di loro sono stati licenziati dalla fabbrica per aver organizzato delle proteste, pare che la famiglia stia avendo qualche difficoltà a portare il cibo in tavola per tutti i membri. Che sia la verità o meno, questo non sembra impedirgli di cercare di insegnare agli altri quale sia il miglior modo per vivere.
Chi ne subisce più spesso i sermoni sono coloro i quali “scelgono di non credere nella religione giusta”: come ci si può fidare di loro se queste sono le decisioni che prendono per la loro anima?
Dai retta a me, caro amico: davanti a loro fingiti devoto e riga dritto, e… se non vuoi sentirti i loro sguardi addosso, evita di sgarrare.
Ecco la prima carta estratta. La Giustizia. Questo Arcano svela che tra tutte le famiglie di Vallechiara i Selye sono senza alcun dubbio coloro che, se potessero, invocherebbero a gran voce “Giustizia!”. Da queste parti, se le persone dai nomi che puzzano di straniero non se la passano bene, come pensi che vengano trattate quelle che discendono dalla nazione che da tempo ci vuole invadere? Le origini dei Selye, come il nome suggerisce, hanno radici nell’Impero di Kragenreich, e di quella terra hanno mantenuto il Credo e i suoi dettami. Tutto ciò, per alcuni compaesani, è ora una valida ragione per detestarli, anche pubblicamente. Sguardi torvi, insulti, furti e persino percosse a danno dei Selye, senza una legge a proteggerli, sono alcuni segni dei tempi che stanno cambiando qui a Vallechiara.
Scegli una seconda carta. Il Bagatto. Questo Tarocco rivela che i Selye, nonostante la loro difficile situazione, non hanno perso il desiderio di garantire la loro importante professione. Tra di loro ci sono medici, dottoresse e infermieri pronti a fornire cure al meglio delle loro possibilità, come comanda il loro giuramento di Ippocrate. Tuttavia, la guerra fa incetta anche di quelle risorse che servono a mantenere la sanità di un popolo, e un piccolo Borgo come Vallechiara non fa eccezione. La carenza di garze, cataplasmi e tonici non giova alla reputazione di questa famiglia, sempre più sollecitata a spiegare che queste mancanze non dipendono dalla loro presunta negligenza.
Ecco la Terza e ultima Carta. Il Diavolo.
Questa Lamina riprende quello che la Giustizia aveva anticipato: i Selye sono malvisti alla stregua di demoni. Loro non credono nei Santi di Vallechiara, ma si affidano alle stelle, come indica la loro Religione, perché lassù risiedono le anime dei cari che hanno lasciato questo mondo. Come i Krag – così a Vallechiara vengono volgarmente chiamati gli abitanti dell’Impero – anche i Selye guardano in alto prima di prendere una decisione rilevante alla ricerca della benedizione degli astri. Questa famiglia inoltre mantiene una tradizione più nascosta, e forse più pericolosa. Si vocifera che nella loro casa custodiscano un mazzo di Tarocchi, proprio come questo, con i quali interpellano le anime trapassate, alla ricerca di risposte per loro stessi e a volte per i compaesani più curiosi, proprio come te in questo momento.
Se oggi hai apprezzato il mio consulto, domani non detestarmi come fanno molti altri.
Noi Selye siamo esseri umani dopotutto.
Chi era quello, mi domandi? L’ho visto di sfuggita, ma penso proprio fosse un Mele. Sguardo basso, passo lesto? Allora si, è proprio un Mele. Sai, pochi individui sono cittadini modello come loro: patriottici, gran lavoratori, sempre al loro posto. Sai, a volte smetti quasi di notarli, tanto appaiono perfetti. Fanno il loro, non si lamentano mai… dovremmo tutti prendere esempio!
Dove stava andando, ti stai chiedendo? Probabilmente a farsi sfruttare in fabbrica, il poveretto. Non li senti mai lamentarsene, certo, ma è palese a tutti quanto a loro vengano affidati i turni più massacranti in fabbrica. Come la loro salute regga è sia un mistero che un miracolo.
E non credere che chi non lavora in fabbrica non si faccia in quattro tutti i giorni per dare il massimo, nossignore! Senza i Mele questa città collasserebbe su se stessa, credi a me.
Certo, ultimamente alcuni dei più giovani si sono dimostrati un po’ delle teste calde, devo ammetterlo: tutto quel patriottismo sfrenato, quella voglia di unirsi alla guerra… valli a capire! Di certo viene da buoni valori e intenzioni, ma non vorrei che questa questione possa diventare il pomo della discordia della famiglia.
Quello che mi domando è, sarà vero quello che si sente in giro di questi tempi? Oh, esatto, proprio quello! Noto che lo hai sentito dire anche tu! Mi dispiacerebbe fosse la verità, d’altronde sono così brave persone…
Me lo ricordo, il vecchio Caporali. Un uomo come non ne fanno più, al giorno d’oggi. Nei suoi occhi un guizzo, una energia repentina. Non gli facevi cambiare idea, no, era impossibile. Così come quando mollò l’aratro, e decise di partire per la Capitale, affascinato dai racconti che ne giungevano. Così come quando ne torno, il volto sporco di fuliggine, ed in mano un piccolo motore scopiettante. “Questo è il futuro!”, disse, “Immaginate quanta sarà più facile lavorare la terra!”.
Ah, se fosse ancora su questa terra, il vecchio Caporali, chissà cosa direbbe della sua famiglia. Uomini e donne istruiti, qualcuno direbbe quasi colti, moderni. Vedrebbe una fabbrica così come l’aveva sognata, potente, sì rumorosa (con gran poco piacere dei vicini), ma anche laboriosa.
Ma sentirebbe anche delle parole nuove, di cui ignorerebbe il significato. Come “sciopero”. E chi di noi conosceva questa parola, qualche anno fa? I Caporali dicono che hanno le mani legate, che dall’alto, dalla Capitale, ricevono richieste sempre più esose. Ma i lavoratori non sono contenti.
La gente di Vallechiara non può fare a meno di notare come di aratri e trattori la fabbrica Caporali ne fa ben pochi, ultimamente. Molti di più autocarri, di quelli con le ruote grosse, che si arrampicano su per i monti, a portare munizioni e soldati. “Regio Decreto 993”, o “Mobilitazione Industriale”, come l’hanno chiamata gli uomini della Capitale.
Ma non importa quanti mezzi vengano costruiti, si è sempre indietro. Al punto che molti dei Caporali sono ora a letto, sfiniti e malati per aver cercato di soddisfare quella fame eterna. Ma gli ospedali son pieni, e ormai fanno entrare solo i soldati, che devono tornare al fronte.
Ah, cosa direbbe, il vecchio Caporali. Ma lui non c’è più. I suoi discendenti, invece, son qui… E non si faranno certo ignorare.
Accidenti che sventola! Dammi una mano a rialzarmi. Grazie per l’aiuto, se non fossi arrivato tu… Da qualche tempo è così. Metti due Noten insieme e volano le sberle.
La Guerra ce l’hanno nel sangue. E poi dicono che li si guarda storto. Sempre a intonare quelle melanconiche canzoni. Sempre a dire “Eh… a Kragenreich, il cielo è più blu e l’erba è più verde”. Il Ministero della Giustizia dovrebbe prendere provvedimenti.
Si dice che il patriarca fosse un grande artista. Ospite della Corte. Uno che poteva dire la Verità all’Imperatore stesso. Beh… pare che un giorno abbia tirato un po’ troppo la corda. E così furono cacciati da Palazzo e mandati in una oscura provincia a coltivare paludi.
Dopo che troppi morirono d’inedia o affogati, presero su i loro stracci per venire qui a Vallechiara. Qua, crescono buoni frutti, ma le bocche sono tante e le requisizioni per la Guerra rendono difficile sfamare tutti. Per questo sono sempre così litigiosi. E’ la rabbia dovuta alla fame.
Ad ogni modo sembra che il Ministero della Istruzione / Proganda abbia deciso di mettere a frutto le loro abilità artistiche. Hai presente quel poema stampato dai Calligrafo e che era sui muri del paese? O quella canzone patriottica che si canta nelle osterie? O quello spettacolo che dileggia Kragenreich? Ecco tutta farina del sacco dei Noten.
Ma se pensi che cercare di elevare gli animi della nostra Patria li renda felici ti sbagli. Pubblicamente chinano il capo ai voleri del Governo, ma puoi sentire i loro denti digrignare e le lor bocche imprecare ai loro Antenati. Se solo potessero dire ciò che davvero pensano!
O viandante che transiti per Vallechiara, qual è la tua storia?
O forestiero che si insinua nella vita degli abitanti di questo piccolo borgo, cosa cerchi?
Se il fato ti ha spinto o costretto in questi luoghi, è destino che la tua esistenza si intrecci con la mia.
E se il tuo errare ti porta in
errore, non guardarmi con orrore.
La vita è una Danza, mio caro compare… ma i passi sono i tuoi.